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Vogliamo veramente la pole dance alle Olimpiadi?

da | GARE DI POLE DANCE

Dimentichiamoci i tacchi alti, costumi luccicanti e coreografie pazze! Si va alle Olimpiadi.

>>If you want to read the english version, you can have a look on the amazing blog of Lori, Confessions of a Twirly girl http://lolorashel.blogspot.it/2012/05/pole-fitness-and-olympics.html.<<

Leggendo i giornali o i comunicati delle varie associazioni a favore, a volte ci viene da pensare che questa corsa alle Olimpiadi sia fatta più per elevare il valore della pole dance e dare un taglio netto con l’ambiente degli strip-club che perchè finalmente è stato riconosciuto il suo valore formativo e l’alto livello sportivo raggiunto dagli atleti.

Basta guardare questo video per capire di cosa parliamo quando diciamo livello sportivo.

Per portare la pole dance alle Olimpiadi, forse è il caso di fermarsi un attimo e partire dal basso. Le organizzazioni nazionali ed internazionali dovrebbero unirsi per una volta per trovare degli standard comuni, che strutturino questa disciplina dalle basi. Questo non significa che gli organizzatori dei numerosi campionati di tutto il mondo stiano lavorando male, tutt’altro, significa che bisogna avere un obiettivo in comune e porre le basi per raggiungerlo.

Per capire meglio quello che manca alla pole dance per fare il grande salto, abbiamo guardato i regolamenti di uno tra gli sport che secondo noi più si avvicina: la ginnastica. Visitando il sito della FIG Federazione Internazionale di Ginnastica è infatti possibile scaricare i regolamenti tecnici, che trovate cliccando qui, che abbiamo consultato.

Leggendo il Regolamento Tecnico FIG 2012, ci siamo soffermate su sei aspetti che secondo noi rappresentano le famosi basi da cui iniziare. L’elenco che segue, non rappresenta la verità assoluta, ma crediamo possa essere un inizio.

Livello degli atleti
Essendo uno sport molto giovane, non esistono ancora dei livelli definiti. In altri sport i livelli sono spesso assegnati in base all’età degli atleti. Se pensiamo al calcio abbiamo i pulcini, esordienti, giovanissimi, allievi, juniores e primavera. Avere una regolamentazione che disciplini e organizzi i livelli, servirebbe sia per uniformare le gare che per indirizzare la formazione nelle scuole. In futuro potrebbe anche voler dire che i campionati non saranno più accessibili a tutti come è adesso, ma limitati a fasce d’età. Per sopperire a questa mancanza, bisogna trovare regole comuni per l’attestazione del livello di un’atleta.

Elementi e combinazioni
Riguardo a questo sappiamo tutti benissimo che: città che vai nome del trick (figura sul palo) che trovi. Ogni scuola, ogni nazione, ogni regione e città utilizza nomi diversi per chiamare i trick, pensiamo ad esempio allo scorpio (aggancio in inversione con la gamba esterna) e il gemini (aggancio in inversione con la gamba interna). Siamo tutti d’accordo? Ovviamente no. È dunque necessario uno standard comune per i nomi delle figure e delle combinazioni.

Qualificazioni
Nella ginnastica le qualificazioni ai campionati sono diverse in base alla disciplina. Spesso però sono composte da differenti gare, svolte in più giorni, con elementi e combinazioni stabiliti, oppure a scelta del concorrente in base a dei codici stilati dalle organizzazioni. Al momento la maggior parte delle qualificazioni ai campionati nazionali ed internazionali, avviene attraverso l’invio di una coreografia filmata che viene valutata da una giuria diversa da quella che sarà presente alla competizione. Senza entrare nel dettaglio del funzionamento delle qualificazioni nella ginnastica, capiamo che servono regole comuni per le selezioni ai campionati. Anche se in futuro la partecipazione rimarrà vincolata dall’invio di un video, si potrebbe pensare di dover presentare due coreografie una con elementi e combinazioni fissi e l’altra libera con elementi scelti dai partecipanti da una lista di possibili combinazioni. In questo modo anche i giudici potranno essere imparziali e valutare le capacità tecniche ed esecutive dell’atleta.

Valutazione dei concorrenti
In alcuni campionati di pole dance sono presenti due categorie alle quali gli atleti possono partecipare: Pole Art che giudica il lato più artistico, e il Pole Fit il lato più ginnico. Dobbiamo dimenticarcelo e passare ad un metodo di valutazione comune e basato su standard precisi, tra i quali:

– un codice dei punteggi;
– la definizione del valore di ogni elemento, o combinazione di elementi in un esercizio;
– le disposizioni relative alla composizione delle routine, sia obbligatoria che facoltativa;
– la classificazione degli errori di composizione della routine e delle penalità applicabili;
– le deduzioni per comportamento scorretto, gli errori, violazioni delle norme tecniche e di altre disposizioni specifiche per la disciplina.

Questa lista non è esaustiva, si rifà ad alcune delle indicazioni presenti sul Regolamento Tecnico FIG 2012, ma rappresenta una codificazione minima necessaria nei metodi di valutazione dei partecipanti a competizioni di pole dance.

Giudici
Chi sono i giudici e quali competenze hanno per giudicare gli atleti, lo abbiamo letto nei Regolamenti Tecnici FIG 2012: “Al fine di agire in qualità di giudici è necessario – salvo nel caso dei membri del Comitato esecutivo che agisce da Giuria d’Appello – possedere il brevetto da giudice della FIG in corso di validità, e dove stabilito, la classificazione appropriata per svolgere la funzione di giudice.”
Bisogna notare che in molte discipline per ottenere il brevetto di giudice, bisogna aver praticato la disciplina in questione e a volte anche aver guadagnato un titolo nazionale o internazionale. Al momento nella pole dance i giudici sono gli stessi pole dancer campioni nazionali o internazionali, i rappresentanti delle Federazioni o personaggi noti nella danza o nello spettacolo. Se ci atteniamo ai regolamenti FIG, si dovrà creare un istituto per il rilascio dei brevetti da giudice di gare di pole dance e definire degli standard minimi di accesso.

Pali
Nella maggioranza delle competizioni di pole dance vengono solitamente utilizzati due pali, uno in modalità statica e uno girevole, posizionati ad una distanza tra l’uno e l’altro di 2 o 3 metri, con una dimensione che va dai 38 mm (Australia) ai 50 mm (Stati Uniti), in acciaio cromato come gli X-Pole, e con un’altezza che va dai 3 metri ai 4 metri. La tipologia di palo utilizzato è fondamentale, gli atleti devono potersi allenare sul palo che verrà utilizzato in gara e sapere esattamente la disposizione e l’altezza dello stesso.

Stiamo naturalmente tralasciando molti altri aspetti fondamentali, ma crediamo che quelli presentati nell’articolo siano sufficienti per aprire un dibattito costruttivo sull’argomento. Ci piacerebbe anche vedere le grandi organizzazioni internazionali sedersi insieme e sviluppare standard comuni validi in tutto il mondo.

E voi cosa ne pensate?

 

Credits: Elizabeth Tweddle picture by Gero Breloer – Alessandra Marchetti picture by Geoff Pegler

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Ciao sono Valentina D'Amico

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