Storie poco carine si inseguono tra i corridoi delle scuole italiane di pole: insegnanti che trattano male le alunne che hanno deciso di cambiare scuola, che guardano di traverso quelle che ne hanno provato un’altra, che intimoriscono le alunne a non cambiare scuola gettando fango sugli altri professionisti.
Storie che raccontano una realtà surreale, dove la parola ricorrente è “tradimento”…
Tradimento? Parliamone. Essere una vostra alunna non mi lega sentimentalmente, non è un rapporto di coppia: si paga per avere un servizio. Se non ricevo quel servizio, cambio fornitore.
Come alunna quello che cerco in una scuola è:
- un bell’ambiente, pulito e ordinato;
- feeling con l’insegnante. Non conta che sia la migliore o la peggiore del mondo: se non c’è feeling, non c’è feeling. E non è colpa di nessuno: non possiamo piacere a tutti. Se un’insegnante non mi dà quello che cerco (ovvero energia, nuove sfide, entusiasmo) allora non è quella per me;
- un ambiente in cui si conoscano le basi del rispetto. Cara insegnante mi tratti male, mi rispondi male, mi fai sentire che sono una buona a nulla? Ti saluto. Nessuno paga per essere trattato male; si paga per imparare cose nuove e divertirsi;
- problema mail: nessuno risponde. So bene che si tratta di una rottura (in molti fanno sempre le stesse domande), ma scegliere di aprire una scuola vuol dire conoscere (e rispettare) determinati impegni;
- ho bisogno di sentirmi libera di non rinnovare i miei abbonamenti. Sto usufruendo di un servizio: se non mi piace più, devo smettere. Non ho mai amato le aziende che tempestano i clienti con milioni di offerte. Se scelgo una formula di abbonamento è quella, puoi dirmi la tua, certo, ma poi decido io;
- voglio imparare e crescere. Se la promessa è due volte alla settimana e in sei mesi vedrai dei progressi, io li vorrei vedere. Se invece sono ancora ferma da dove sono partita… bye bye
Sentitevi sempre libere di cambiare scuola e, anzi, se potete, fatelo. È dall’esperienza che si scoprono cose nuove, e si cresce. Chiedete pure alle mie alunne: ho detto loro decine di volte di provare nuove scuole, di fare workshop, di seguire più corsi.
Se poi avete davanti a voi una persona comprensiva spiegatele il motivo che vi spinge ad andare via. Se sarà intelligente capirà o anzi vi darà un aiuto o un supporto.
Cara scuola, se stai facendo male una delle cose sopra, stai lavorando male!
Le voci corrono velocemente, le voci sono soggettive e vanno sempre verificate; ma quando le voci diventano un coro, forse un filo di verità c’è.
Se voi parlate di un’altra scuola, un’altra scuola parlerà di voi. Così come le alunne provenienti da altre scuole raccontano le esperienze passate, così succederà per voi. Sono tante le scuole che mi chiedono consulenza per trovare nuove clienti, e il modo più semplice si chiama passaparola. Lavorate bene con le vostre alunne e ne avrete tante tante altre, amiche, amiche delle amiche delle amiche, semplici conoscenti.
Piccole cose che potreste correggere subito su di voi e sul vostro modo di approcciarvi:
1) Siamo tutti utili ma nessuno indispensabile
Da insegnante, se penso di non piacere a qualcuno o vedo aumentare le assenze, mi sento in difetto. Come se in me ci fosse qualcosa di sbagliato. Mi fermo, ragiono e mi confronto con le alunne e le altre insegnanti per capire se sto facendo qualcosa che non va. Raccolgo pareri e li uso per migliorarmi o migliorare le mie lezioni e poi mi ripeto “che non possiamo piacere a tutti”, e questo è un dato di fatto. Ogni persona è un piccolo mondo che cresce e se non cresco anche io un giorno qualcuno potrebbe aver bisogno di altro. Ed è giusto che vada via e sperimenti.
“Se insegni, insegna anche a dubitare di ciò che insegni” (José Ortega Y Gasset)
Consiglio -> se non sei come me e non chiedi pareri a tutti, crea una cassettina dei consigli per la scuola e invita le persone a lasciarti le loro idee. Prima di leggere i bigliettini che ti lasceranno però leggi il punto qui sotto.
2) Un’insegnante è responsabile dell’armonia della scuola
Sei spesso imbronciata o ti sei accorta di aver usato dei toni poco carini verso le tue alunne? Se non te ne sei accorta ma ultimamente utilizzi l’insulto più della parola, probabilmente è il caso di capire che non va, non va per niente.
Si frequentano i corsi per imparare cose nuove, ma anche per svagarmi dopo una giornata di lavoro e passare buon tempo in compagnia. Il ruolo dell’insegnante per me è anche questo: dare energia, trasmettere buon umore e far sentire a proprio agio le persone. Quando pensi che tutte le persone intorno a te sono delle rompiscatole è perché nella tua scuola c’è qualcosa che non va. Se sono imbranate e non riescono a fare niente sul palo, vuol dire che non stai insegnando bene.
Prenditi le tue responsabilità da insegnante e sappi che un alunno felice si lamenterà davvero poco.
Consiglio -> prima di una lezione fai un bel sorriso e cerca di mantenerlo durante la lezione. Vedrai che carica di energia per te e le tue alunne!
3) Non tenerti tutto per te. Condividi e informa!
Per paura che le alunne fuggano verso altri lidi, le insegnanti spesso non dicono che ci sono workshop in giro per l’Italia, che ci sono i campionati, e magari non organizzano workshop con insegnanti italiane proveniente da altre scuole per paura di perdere il potere, la stima o l’iscrizione delle proprie alunne. Informare significa dare qualcosa in più alle persone che vi circondano. Esse si ricorderanno sicuramente di voi, e apprezzeranno il gesto.
Ma dare non vuol dire per forza ricevere: il dare deve essere incondizionato e partire dal cuore; se vorrete qualcosa in cambio sappiate di già che non lo avrete.
4) I tuoi insegnanti se ne vanno…
In questo caso stai lavorando proprio male. Se perdi un’insegnante che hai formato, con lei si volatilizzano tempo, clienti e fiducia. Valuta meglio quando scegli un’insegnante, capisci se è quello giusto. C’è feeling tra voi? É quello che cerchi?
La chiarezza rappresenta il fondamento di ciò che stai costruendo.
Senza, il palazzo cadrà rovinosamente.