Gli urletti, le parolacce tra i denti, i sorrisi mancati sono all’ordine del giorno nella pole dance. Alle prese con le figure nuove, se non dici almeno una volta “che male”, le persone intorno a te ti guarderanno come un alieno e saranno pronte a testimoniare la tua diversità davanti alla corte marziale. Tu non soffri e loro sì!
A volte sono stata un alieno anche io, e a volte ho guardato con faccia perplessa le aliene vicino a me.
Ovviamente la storia degli alieni non è valida, e molto spesso ho visto eseguire in maniera scorretta gli esercizi e ho sentito dire: “è normale che faccia male”.
Ma davvero è normale che faccia male?
Quando provi una nuova figura e non hai le basi, puoi sentire dolore. Quando non hai la giusta forza, puoi provare dolore. Quando non sei pronta per una figura, può fare male.
Come vedi le motivazioni riportano tutto ad una sola cosa: la pole dance non si può improvvisare!
Per la pole dance ho girato il mondo allenandomi con grandissime atlete che mi hanno insegnato tanto. Una di queste è una meravigliosa pole dancer dal nome Marlo Fisken.
Ero a Singapore nel 2014 per l’International Pole Championship durante un suo workshop. Lei bellissima, scolpita nel marmo e con un sorriso radioso che trasmette serenità, ci ha fatto vedere una sfilza di figure impossibili spiegandoci per filo e per segno come eseguirle senza perdere di vista punti di appoggio e leve.
Ha reso possibile qualunque cosa, e a lei mi sono ispirata quando ho creato i miei video corsi online. Sono i primi corsi ad essere usciti in Italia e dal 2017 hanno aiutato oltre 500 pole dancer italiane e non. Se li vuoi scoprire li trovi cliccando qui.
Conoscere i punti di appoggio al palo è fondamentale
Se sapete dove appoggiarvi e come mentre eseguite le figure, sarete a metà dell’opera perché:
- farete meno fatica;
- eseguirete la figura correttamente ed entrerete e uscirete con più agilità e magari in maniera più pulita;
- vi eviterete una buona parte di dolore, evitando di sovraccaricare alcune zone del corpo.
Li avrete scoperti di sicuro almeno una volta facendo pole. Magari per caso dopo, mesi che stavate provando la stessa identica figura. Riprovandola un giorno vi sarà venuta e vi sarete dette: “Ma era una cazzata”. Oppure lo avrete scoperto facendo un workshop in cui vi hanno svelato quel piccolo segreto che fino ad allora non vi avevano mai rivelato. Oppure avete un’insegnante che spacca e che non si tira indietro a raccontarvi anche i più piccoli e banali segreti.
Altra possibilità? Vi allenate anche a casa e con pazienza lavorate sulle figure che non vi vengono. Se a casa non sai mai cosa fare, la cosa migliore è scegliere uno dei miei corsi online di pole dance.
Le leve queste sconosciute
“Datemi una leva e un punto d’appoggio e solleverò il mondo”, così sembra aver detto Archimede. Noi potremmo tradurlo in “datemi una leva e un punto d’appoggio e solleverò il mio corpo sul palo“. Giuro che ho provato a leggere materiale su questo tema in tutte le salse. Tecnico, meno tecnico, divulgativo, informativo, ma niente: io e lo studio delle leve non andiamo molto d’accordo. Ma ho di sicuro capito una cosa molto semplice: ogni arto del nostro corpo ha un peso. Controllando i vari pesi, tutte le figure sul palo potranno diventare più semplici. Quindi, basta dire che avete il culo pesante, probabilmente non state portando la testa dove deve andare.
Proverò ad informarmi meglio sul tema e scrivere un post a riguardo. Non credo sarà una cosa breve, ma lo metto nella mia lunghissima lista di cose da fare.
Ad ogni modo, se mentre fate una figura sentite dolore, probabilmente non è così vero che la stiate facendo bene. Ci sono dei dolori dovuti allo sfregamento o alla pressione al palo, ma ce ne sono altri come fitte, dolori interni che non devono essere trascurati e vanno comunicati subito all’insegnante. Naturalmente l’insegnante non è un medico, ma potrà suggerirvi di cambiare posizione o verificare la corretta esecuzione.
Nella pole dance vigono tre leggi:
- ottima preparazione fisica, sì le lezioni di potenziamento le dovete fare;
- mobilità articolare, che è alla base di una buona flessibilità. Ad esempio, se l’articolazione dell’anca è chiusa, sarà molto difficile avere una spaccata. E, piccolo segreto, all’inizio è molto meglio avere una buona mobilità delle spalle piuttosto che la spaccata;
- leve, punti di appoggio e pesi.